m-agistrato

MAGISTRATO E ORGANIGRAMMA

Governatore e Consiglio del Magistrato

Il Governatore rappresenta la nostra Venerabile Arciconfraternita, interpreta lo spirito, la tradizione e le finalità di Misericordia; viene eletto ogni quattro anni dal Magistrato, che ha tutti i poteri decisionali per la gestione della Misericordia.  Entrambe le cariche hanno durata di quattro anni.

Governatore e Consiglio del Magistrato

Il Governatore rappresenta la nostra Venerabile Arciconfraternita, interpreta lo spirito, la tradizione e le finalità di Misericordia; viene eletto ogni quattro anni dal Magistrato, che ha tutti i poteri decisionali per la gestione della Misericordia.  Entrambe le cariche hanno durata di quattro anni.

Il nostro Statuto

Articolo 4

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Scopo della Confraternita è il perfezionamento della vita cristiana degli iscritti attraverso l’esercizio volontario, per amore di Dio e del Prossimo, delle opere di Misericordia, corporali e spirituali, del pronto soccorso e dell’intervento nelle pubbliche calamità, sia in sede locale che, all’occorrenza, nazionale ed internazionale, anche in collaborazione con ogni pubblico potere nonché con le iniziative promosse dalla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia.

La Confraternita potrà promuovere ed esercitare tutte quelle opere di umana e cristiana carità suggerite dalle circostanze e rendersene partecipe impegnandosi così a contribuire all’analisi ed alla rimozione dei processi e delle cause di emarginazione e di abbandono dei sofferenti, attuando nei propri settori di intervento opera di promozione dei diritti primari alla vita, alla salute, alla dignità umana, nell’ambito di un nuovo progetto di crescita civile della società a misura d’uomo.

s-toria

STORIA

Quattro secoli di volontariato per Certaldo

Le origini dell'Associazione

La storia della Ven. Arciconfraternita di Misericordia di Certaldo è da ricondurre alle origini delle associazioni cristiane di volontariato sorte nel medioevo, quando nel lontano 1244 il domenicano Pietro da Verona fondò a Firenze la Società di Santa Maria, ovvero la Misericordia.

La nascita della Compagnia di Santa Maria a Certaldo data intorno agli anni 1270-1290, quando il popolo accettò questa nuova istituzione e le persone che ne furono preposte alla guida contribuirono in maniera determinante al suo sviluppo.

Primo compito dei confratelli era certo il soccorso agli ammalati e la sepoltura dei morti in povertà, ma presto altri compiti si aggiunsero a questi.

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STORIA

Quattro secoli di volontariato per Certaldo

Le origini dell'Associazione

Quattro secoli di volontariato per Certaldo

Le origini dell'Associazione

La storia della Ven. Arciconfraternita di Misericordia di Certaldo è da ricondurre alle origini delle associazioni cristiane di volontariato sorte nel medioevo, quando nel lontano 1244 il domenicano Pietro da Verona fondò a Firenze la Società di Santa Maria, ovvero la Misericordia.

La nascita della Compagnia di Santa Maria a Certaldo data intorno agli anni 1270-1290, quando il popolo accettò questa nuova istituzione e le persone che ne furono preposte alla guida contribuirono in maniera determinante al suo sviluppo.

Primo compito dei confratelli era certo il soccorso agli ammalati e la sepoltura dei morti in povertà, ma presto altri compiti si aggiunsero a questi.

I primi riconoscimenti arrivarono presto. Il 27 marzo 1319, Masina del fu Piccino di Certaldo, vedova di Vivagino, lasciava beni da spendere “alla chiesa della Santa Maria di Certaldo dove ci fosse anche una camera dove dormissero i fratelli (de castro florentino) quando volessero venire a dormire lì”.

Notizie di lasciti non ne abbiamo, ma i rogiti notarili sono una buona fonte per ricavare notizie dell’epoca.
Nel 1371, in un atto compiuto presso il Monastero di S. Felicita in Firenze, Brunellino del fu Bianchini di Certaldo e sua moglie donna Giovanna si offrono oblati; e fra i beni elencati troviamo: “petium terre in Communi Certaldi loco dicto Prato lungo, cui a primo via dicta a Gliene vecchia, a secondo ser Thommasii Ser Ioannis de Gambassi, a tertio via, a quarto societas Sancte Marie de Certaldo in parte, et in parte dicti Ser Thommasii”.

Questa notizia, apparentemente poco attinente con la Compagnia, è importantissima perchè si apprende per la prima volta che la medesima in poco tempo ha già ricevuto dei lasciti in terreni.

Altro lascito importante fu quello di Rustichello Rustichelli di Niccolao da Certaldo, che lasciò alla compagnia di S. Maria per amor di Dio e rimedio dell’anima sua “due pezzi di terra posti nel popolo di S. Iacopo di Certaldo, uno in loco detto valle Lienza ed il Poggio e l’altro in loco detto Al Fossato, ambidue fra i suoi confini, con l’obbligo che li Capitani e Camarlingo pro tempore della detta Compagnia faccino fare ogni anno, a tutte loro spese, nella Canonica di S. Iacopo di Certaldo la festa di S. Maria nel mese di settembre con spesa di lire cinque. Ne fu rogato ser Niccolò di Tura da Castelfiorentino notaro pubblico sotto dì ultimo luglio 1374”.

Si ha conoscenza di un lascito eccellente avvenuto sempre nel 1374, quando messer Giovanni Boccaccio inserisce nel suo testamento questa donazione : “item reliquit Societati Sanctae Mariae de Certaldo libras quinque florenorum parvorum”.

Nel tempo, poi, nell’anno 1474, detta società cambiò nome in quello di “Compagnia della SS. Annunziata” e prevedeva precisi atti di devozione e di culto a cui si dovevano indirizzare i fratelli e le sorelle.

Nel 1784, Pietro Leopoldo emanava un editto con il quale venivano soppresse tutte le Compagnie della Toscana delle Misericordie, esclusa quella di Firenze, per cui a Certaldo venne fatta l’ultima adunanza e tutto il materiale venne consegnato all’Archivio Storico di Firenze.

Dopo pochi anni, però, la Compagnia riprendeva vita e già nel 1792 risulta esistente un nuovo statuto “…desiderando pertanto di riassumere e proseguire le pedate dei nostri trapassati in sì Santo Esercizio, ci siamo determinati di redigere la sopraddetta Compagnia della Misericordia, in questa nostra cura di San Tommaso posta nel borgo di Certaldo Diocesi fiorentina, secondo però quello che viene descritto dalle veglianti leggi…”.

La Misericordia è quindi ricostituita.

I primi riconoscimenti arrivarono presto. Il 27 marzo 1319, Masina del fu Piccino di Certaldo, vedova di Vivagino, lasciava beni da spendere “alla chiesa della Santa Maria di Certaldo dove ci fosse anche una camera dove dormissero i fratelli (de castro florentino) quando volessero venire a dormire lì”.

Notizie di lasciti non ne abbiamo, ma i rogiti notarili sono una buona fonte per ricavare notizie dell’epoca.
Nel 1371, in un atto compiuto presso il Monastero di S. Felicita in Firenze, Brunellino del fu Bianchini di Certaldo e sua moglie donna Giovanna si offrono oblati; e fra i beni elencati troviamo: “petium terre in Communi Certaldi loco dicto Prato lungo, cui a primo via dicta a Gliene vecchia, a secondo ser Thommasii Ser Ioannis de Gambassi, a tertio via, a quarto societas Sancte Marie de Certaldo in parte, et in parte dicti Ser Thommasii”.

Questa notizia, apparentemente poco attinente con la Compagnia, è importantissima perchè si apprende per la prima volta che la medesima in poco tempo ha già ricevuto dei lasciti in terreni.

Altro lascito importante fu quello di Rustichello Rustichelli di Niccolao da Certaldo, che lasciò alla compagnia di S. Maria per amor di Dio e rimedio dell’anima sua “due pezzi di terra posti nel popolo di S. Iacopo di Certaldo, uno in loco detto valle Lienza ed il Poggio e l’altro in loco detto Al Fossato, ambidue fra i suoi confini, con l’obbligo che li Capitani e Camarlingo pro tempore della detta Compagnia faccino fare ogni anno, a tutte loro spese, nella Canonica di S. Iacopo di Certaldo la festa di S. Maria nel mese di settembre con spesa di lire cinque. Ne fu rogato ser Niccolò di Tura da Castelfiorentino notaro pubblico sotto dì ultimo luglio 1374”.

Si ha conoscenza di un lascito eccellente avvenuto sempre nel 1374, quando messer Giovanni Boccaccio inserisce nel suo testamento questa donazione : “item reliquit Societati Sanctae Mariae de Certaldo libras quinque florenorum parvorum”.

Nel tempo, poi, nell’anno 1474, detta società cambiò nome in quello di “Compagnia della SS. Annunziata” e prevedeva precisi atti di devozione e di culto a cui si dovevano indirizzare i fratelli e le sorelle.

Nel 1784, Pietro Leopoldo emanava un editto con il quale venivano soppresse tutte le Compagnie della Toscana delle Misericordie, esclusa quella di Firenze, per cui a Certaldo venne fatta l’ultima adunanza e tutto il materiale venne consegnato all’Archivio Storico di Firenze.

Dopo pochi anni, però, la Compagnia riprendeva vita e già nel 1792 risulta esistente un nuovo statuto “…desiderando pertanto di riassumere e proseguire le pedate dei nostri trapassati in sì Santo Esercizio, ci siamo determinati di redigere la sopraddetta Compagnia della Misericordia, in questa nostra cura di San Tommaso posta nel borgo di Certaldo Diocesi fiorentina, secondo però quello che viene descritto dalle veglianti leggi…”.

La Misericordia è quindi ricostituita.

Da allora, alle tradizionali forme caritative si sono aggiunte altre forme di assistenza, fino alle più recenti : la donazione di sangue con i gruppi Fratres, il trattamento di emodialisi, l’emergenza medica, gli interventi per calamità pubbliche in cooperazione con la Protezione Civile, gli ambulatori, il servizio di pronto soccorso con mezzi e strutture sempre all’avanguardia, la formazione del personale e dei volontari, la collaborazione con i servizi sociali e con le Istituzioni nelle varie forme richieste, l’accoglienza dei profughi, l’assistenza agli anziani, il banco alimentare, la disponibilità ad intervenire in tutte le situazioni in cui il prossimo ha necessità di intervento.

Cerimonia della vestizione

Un rito secolare per i nuovi Volontari

Attraverso questo rito i volontari si impegnano sul Vangelo e sullo statuto della Misericordia a servire il prossimo con fedeltà e impegno e nell’ occasione ricevono la Veste Nera (Buffa) simbolo di tutti i valori della nostra associazione.

Indossando la Buffa cerchiamo di riportare il Volontariato, dal centro della scena in cui oggi per molte ragioni, è tentato di stare,al margine, nell’ ombra, nell’anonimato, nella semplicità, nell’ umiltà come è tradizione delle Misericordie, per restituire alle sue opere la forza delle cose semplici e genuine.

È questa una cerimonia che affonda le sue radici nel contesto storico delle Confraternite.

Cosa è la Vestizione?

Dal lontano 1244, anno della fondazione della prima Confraternita, quella di Firenze, quanti milioni di Volontari avranno indossato la storica divisa del volontario di Misericordia? Quanti volontari si saranno nascosti sotto la “buffa” (il cappuccio nero della divisa storica), per non farsi riconoscere dai loro assistiti? E quanti avranno pronunciato il fatidico saluto “che Iddio te ne renda merito” , al termine del loro servizio di carità?

Con questo atto i nuovi volontari entrano a far parte della Confraternita con tutti i diritti sanciti dallo Statuto, acquisiscono il diritto di voto, possono, allo stesso tempo essere eletti nelle cariche dirigenziali della Misericordia, ma cosa più importante diventano “fautori della civiltà dell’amore” (parole di Giovanni Paolo II).

Attraverso questo rito i volontari si impegnano sul Vangelo e sullo statuto della Misericordia a servire il prossimo con fedeltà e impegno e nell’ occasione ricevono la Veste Nera (Buffa) simbolo di tutti i valori della nostra associazione.

Indossando la Buffa cerchiamo di riportare il Volontariato, dal centro della scena in cui oggi per molte ragioni, è tentato di stare,al margine, nell’ ombra, nell’anonimato, nella semplicità, nell’ umiltà come è tradizione delle Misericordie, per restituire alle sue opere la forza delle cose semplici e genuine.

È questa una cerimonia che affonda le sue radici nel contesto storico delle Confraternite.

Cosa è la Vestizione?

Dal lontano 1244, anno della fondazione della prima Confraternita, quella di Firenze, quanti milioni di Volontari avranno indossato la storica divisa del volontario di Misericordia? Quanti volontari si saranno nascosti sotto la “buffa” (il cappuccio nero della divisa storica), per non farsi riconoscere dai loro assistiti? E quanti avranno pronunciato il fatidico saluto “che Iddio te ne renda merito” , al termine del loro servizio di carità?

Con questo atto i nuovi volontari entrano a far parte della Confraternita con tutti i diritti sanciti dallo Statuto, acquisiscono il diritto di voto, possono, allo stesso tempo essere eletti nelle cariche dirigenziali della Misericordia, ma cosa più importante diventano “fautori della civiltà dell’amore” (parole di Giovanni Paolo II).

Nei corsi di preparazione alla vestizione di nuovi confratelli, spesso vengono percorse le linee essenziali della “Storia e delle Tradizioni” delle Misericordie, tra le quali la descrizione della Veste, di questo saio che rende tutti simili, di questo simbolo dell’eguaglianza e della modestia per far capire il perché del celarsi dietro “la Buffa”, questa immagine di anonimato, di rifiuto di qualsiasi riconoscimento terreno, ma anche simbolo di grande fede nel “Dio te ne renda merito”, sicuri di trovare ricompensa più grande presso il Padre.

La veste storica dei fratelli della Misericordia, già in uso a Firenze dal 1495, é di colore nero e sostituisce quella rossa in uso dal 1244. Insieme al cambio del colore, proprio nel 1495 fece la comparsa anche la “buffa”, fino ad allora assente.

La “Veste” è composta da: una “Cappa”, un cappuccio detto “Buffa”, un “Cordiglio” ed un Rosario terminante con una Medaglia. Tutti i componenti la veste sono di colore nero, segno di penitenza.

La “Cappa” consiste in una tunica di stoffa di colore nero, lunga fino al collo del piede, abbottonata sul davanti con bottoni anch’essi neri. La semplicità della cappa vuole significare che i Confratelli sono tutti uguali fra loro senza distinzione di origine o di ceto sociale.

La “Buffa” è un cappuccio nero che reca solo due fori all’altezza degli occhi. Il significato della buffa richiama l’anonimato imposto alle Opere di Misericordia compiute dai confratelli che, per questo, nel passato, venivano chiamati “sfacciati”. Oggi la buffa si indossa con la celata alzata o ripiegata sulla fronte.

Il “Cordiglio” è una corda intrecciata, di colore nero, che cinge i fianchi e simboleggia la povertà umana davanti a Dio.

Nei corsi di preparazione alla vestizione di nuovi confratelli, spesso vengono percorse le linee essenziali della “Storia e delle Tradizioni” delle Misericordie, tra le quali la descrizione della Veste, di questo saio che rende tutti simili, di questo simbolo dell’eguaglianza e della modestia per far capire il perché del celarsi dietro “la Buffa”, questa immagine di anonimato, di rifiuto di qualsiasi riconoscimento terreno, ma anche simbolo di grande fede nel “Dio te ne renda merito”, sicuri di trovare ricompensa più grande presso il Padre.

La veste storica dei fratelli della Misericordia, già in uso a Firenze dal 1495, é di colore nero e sostituisce quella rossa in uso dal 1244. Insieme al cambio del colore, proprio nel 1495 fece la comparsa anche la “buffa”, fino ad allora assente.

La “Veste” è composta da: una “Cappa”, un cappuccio detto “Buffa”, un “Cordiglio” ed un Rosario terminante con una Medaglia. Tutti i componenti la veste sono di colore nero, segno di penitenza.

La “Cappa” consiste in una tunica di stoffa di colore nero, lunga fino al collo del piede, abbottonata sul davanti con bottoni anch’essi neri. La semplicità della cappa vuole significare che i Confratelli sono tutti uguali fra loro senza distinzione di origine o di ceto sociale.

La “Buffa” è un cappuccio nero che reca solo due fori all’altezza degli occhi. Il significato della buffa richiama l’anonimato imposto alle Opere di Misericordia compiute dai confratelli che, per questo, nel passato, venivano chiamati “sfacciati”. Oggi la buffa si indossa con la celata alzata o ripiegata sulla fronte.

Il “Cordiglio” è una corda intrecciata, di colore nero, che cinge i fianchi e simboleggia la povertà umana davanti a Dio.

Oggi la veste si usa solo in determinate occasioni rituali.

Certo, a confronto con la società odierna fatta di tecnicismo, di convenzioni, di business, di ricerca dell’avere piuttosto che dell’essere, la “Veste” storica risulta obsoleta. Oggi ci si affida con difficoltà alla Provvidenza, alla Carità, alla Fede che ha retto le Misericordie nei lunghi secoli della propria storia. Occorre, invece, mettere al primo posto la “Carità”, quella vera che non cerca onori terreni ma che deve essere di esempio ai giovani che si affacciano alla vita per dar loro la certezza che nel mondo che li circonda, non tutto è sporco e corrotto e per scoprire che i valori morali di carità e di solidarietà sono più vivi che mai nelle nostre Misericordie.

Facciamo in modo che il mondo della Buffa abbia il sopravvento sul mondo del business, anche se quest’ultimo è molto più attraente del primo e sembra offrire maggiori soddisfazioni.

Il sorriso di un bimbo, di un anziano, di un malato, di uno straniero, di un fratello nel bisogno, al quale abbiamo teso la mano con semplicità e nel rispetto della sua dignità, sarà il preludio meraviglioso a quel merito che Dio ci riserverà.

Oggi la veste si usa solo in determinate occasioni rituali.

Certo, a confronto con la società odierna fatta di tecnicismo, di convenzioni, di business, di ricerca dell’avere piuttosto che dell’essere, la “Veste” storica risulta obsoleta. Oggi ci si affida con difficoltà alla Provvidenza, alla Carità, alla Fede che ha retto le Misericordie nei lunghi secoli della propria storia. Occorre, invece, mettere al primo posto la “Carità”, quella vera che non cerca onori terreni ma che deve essere di esempio ai giovani che si affacciano alla vita per dar loro la certezza che nel mondo che li circonda, non tutto è sporco e corrotto e per scoprire che i valori morali di carità e di solidarietà sono più vivi che mai nelle nostre Misericordie.

Facciamo in modo che il mondo della Buffa abbia il sopravvento sul mondo del business, anche se quest’ultimo è molto più attraente del primo e sembra offrire maggiori soddisfazioni.

Il sorriso di un bimbo, di un anziano, di un malato, di uno straniero, di un fratello nel bisogno, al quale abbiamo teso la mano con semplicità e nel rispetto della sua dignità, sarà il preludio meraviglioso a quel merito che Dio ci riserverà.

Attenta ai bisogni della nostra comunità e impegnata a dare delle risposte adeguate

Una Misericordia in crescita, in evoluzione

Una Misericordia in crescita, in evoluzione, attenta ai bisogni della nostra comunità e impegnata a dare delle risposte adeguate.

Carissimi, durante il mio mandato di Governatore pro-tempore della Misericordia di Certaldo mi sono trovato in molte occasione a dire “per la prima volta”.

La prima volta del periodico, la prima volta dell’accoglienza ai profughi, la prima volta di altri progetti in ambito sociale, ed ora, la prima volta della stesura così articolata ed esplicativa del “bilancio sociale”, che vuole essere sì un bilancio da migliorare di quanto fatto, ma che serva anche come base per la programmazione del futuro.

Molti di voi si chiederanno che bisogno c’era di stilare questo documento quando viene svolta annualmente l’assemblea dei soci dove viene relazionato sull’attività svolta, sui resoconti economici e dato spiegazioni ai soci in merito ad ogni loro domanda. Ebbene, io credo che, vista la crescita fatta negli ultimi anni dalla nostra Associazione, ci sia la necessità di dare vita ad un documento ufficiale e dettagliato, quale appunto il bilancio sociale, che venga divulgato a tutti i soci e in futuro a tutti i cittadini di Certaldo.

Alle assemblee svoltesi in questi anni, la presenza dei soci, se pur in notevole aumento, è risultata sempre limitata, pertanto la percezione che abbiamo avuto è che la gran parte dei soci, come la maggior parte dei nostri concittadini, non siano coscienti e consapevoli delle potenzialità esistenti e delle attività svolte dalla nostra Misericordia. Se questo documento porterà nuovi volontari disposti ad impegnarsi, con lo spirito che contraddistingue il volontariato della Misericordia, gratuitamente e nel silenzio, per il bene dei fratelli bisognosi, l’obiettivo della pubblicazione sarà raggiunto. E’ questa la sua funzione, oggi e nel futuro: entrare nelle case dei volontari, dei soci e dei cittadini per dare, anche a coloro che non partecipano alla vita associativa, alle assemblee dei soci o non seguono la nostra Associazione, la possibilità di essere informati ed edotti sull’importanza e sulla realtà operativa della nostra Misericordia, sia che necessitino dei servizi erogati o che aderiscano o intendano collaborare al loro adempimento.

Quando una famiglia cresce c’è bisogno di nuovi spazi, di nuove attenzioni e di maggior impegno. La nostra Misericordia sta crescendo in maniera costante ed importante.

Io spero che tutti noi, stretti sempre di più intorno ai nostri valori, saremo in grado di far fronte ad ogni nuova esigenza.

Ringraziando tutti voi per l’attenzione che vorrete prestare a quanto segue, rivolgo un fraterno saluto con il secolare motto delle Misericordie : “Dio ve ne renda merito”.

Il Governatore Alessandro Trapani

bilancio-sociale

Attenta ai bisogni della nostra comunità e impegnata a dare delle risposte adeguate

Una Misericordia in crescita, in evoluzione

Una Misericordia in crescita, in evoluzione, attenta ai bisogni della nostra comunità e impegnata a dare delle risposte adeguate.

Carissimi, durante il mio mandato di Governatore pro-tempore della Misericordia di Certaldo mi sono trovato in molte occasione a dire “per la prima volta”.

La prima volta del periodico, la prima volta dell’accoglienza ai profughi, la prima volta di altri progetti in ambito sociale, ed ora, la prima volta della stesura così articolata ed esplicativa del “bilancio sociale”, che vuole essere sì un bilancio da migliorare di quanto fatto, ma che serva anche come base per la programmazione del futuro.

Molti di voi si chiederanno che bisogno c’era di stilare questo documento quando viene svolta annualmente l’assemblea dei soci dove viene relazionato sull’attività svolta, sui resoconti economici e dato spiegazioni ai soci in merito ad ogni loro domanda. Ebbene, io credo che, vista la crescita fatta negli ultimi anni dalla nostra Associazione, ci sia la necessità di dare vita ad un documento ufficiale e dettagliato, quale appunto il bilancio sociale, che venga divulgato a tutti i soci e in futuro a tutti i cittadini di Certaldo.

Alle assemblee svoltesi in questi anni, la presenza dei soci, se pur in notevole aumento, è risultata sempre limitata, pertanto la percezione che abbiamo avuto è che la gran parte dei soci, come la maggior parte dei nostri concittadini, non siano coscienti e consapevoli delle potenzialità esistenti e delle attività svolte dalla nostra Misericordia. Se questo documento porterà nuovi volontari disposti ad impegnarsi, con lo spirito che contraddistingue il volontariato della Misericordia, gratuitamente e nel silenzio, per il bene dei fratelli bisognosi, l’obiettivo della pubblicazione sarà raggiunto. E’ questa la sua funzione, oggi e nel futuro: entrare nelle case dei volontari, dei soci e dei cittadini per dare, anche a coloro che non partecipano alla vita associativa, alle assemblee dei soci o non seguono la nostra Associazione, la possibilità di essere informati ed edotti sull’importanza e sulla realtà operativa della nostra Misericordia, sia che necessitino dei servizi erogati o che aderiscano o intendano collaborare al loro adempimento.

Quando una famiglia cresce c’è bisogno di nuovi spazi, di nuove attenzioni e di maggior impegno. La nostra Misericordia sta crescendo in maniera costante ed importante.

Io spero che tutti noi, stretti sempre di più intorno ai nostri valori, saremo in grado di far fronte ad ogni nuova esigenza.

Ringraziando tutti voi per l’attenzione che vorrete prestare a quanto segue, rivolgo un fraterno saluto con il secolare motto delle Misericordie : “Dio ve ne renda merito”.

Il Governatore Alessandro Trapani